kira

Kira è un ragazzo alto, snello, con i capelli castani che gli coprono la fronte e le orecchie. Ha gli occhi marroni con un taglio molto cupo e tenebroso. Insomma, è il classico ragazzo attraente.

Kira ha avuto problemi fin da bambino a relazionarsi con gli altri, per colpa della sua tragica storia. Ha sempre in primo luogo sè stesso, e poi anche il resto del mondo, accusandolo di provocare troppe disgrazie. Per fortuna il calcio l'ha riportato sulla retta via, e lui ora è più determinato che mai per arrivare in capo al mondo e rendere felice e orgoglioso suo padre.

Kira aveva il padre che era un campione di calcio, ma che non era mai riuscito a entrare in nazionale. Perse sua madre quando aveva 6 anni. Era una normale e tranquilla giornata d'inverno. Il cielo era cupo e prometteva pioggia. Kira e i suoi genitori erano in macchina, mentre tornavano dal centro commerciale. Il padre era al posto di guida, mentre la madre si trovava dietro a fare compagnia al figlio, come erano soliti fare. Ma, a un incrocio, mentre lo attraversavano, un pirata della strada li travolse perpendicolarmente, causando un violentissimo impatto. La loro auto fece parecchi giri su se stessa, dopodichè ebbe un disastroso schianto contro il muretto che costeggiava la strada. Appena prima che la catastrofe avesse luogo, guidata da grandi riflessi e, soprattutto, dall'irrefrenabile istinto materno, la madre si avventò sul figlio, abbracciandolo forte e proteggendolo dalla tragedia. Fu allora che il bambino si salvò, la madre perse la vita sacrificandosi per Kira e il padre, per colpa della sua posizione con le gambe imprigionate, ebbe la fortuna di perdere solo quest'ultime. Kira cadde subito in un violento shock, e smise di parlare. Dopo qualche mese dall'incidente il padre si rimise e cominciò ad occuparsi del figlio come avrebbe fatto una madre. Grazie a questa grande forza di volonta del padre, Kira realizzò che quella persona gli voleva veramente bene, e grazie a questa riflessione riuscì a riacquistare la parola. Nonostante questo nutriva dentro se stesso un grande senso di colpa. La sua esistenza aveva causato la scomparsa di sua madre. A causa di questa sensazione Kira faticava molto a socializzare con gli altri e rese il suo carattere cupo e introverso. Passava tutto il giorno in casa, ed era capace di restarsene ore e ore guardando fuori dalla finestra. A volte qualche lacrima scivolava sul suo viso. La svolta avvenne quando aveva 10 anni, e suo padre, innervosito, gli disse:"Vivi la vita a pieno, tu che puoi!" e gli lanciò il suo ex-pallone da calcio preferito al petto. "Va, va e divertiti". Da quel giorno Kira fu inseparabile da quel pallone. Ci giocava, ci parlava, gli diceva i suoi segreti. Insomma, era diventato il suo migliore amico. Molto spesso Kira scendeva in giardino e cominciava a tirare il pallone contro il muro di casa. Poi si immaginava di essere nel pieno di una partita, e portava palla, inventava dribbling, segnava ed esultava. Realizzò che amava il calcio. E fu cosi che, calcio dopo calcio, giorno dopo giorno, Kira divenne un discreto giocatore. E allora suo padre gli chiese di entrare nella squadra di calcio della scuola. Kirà annuì, e affermò: "Non ti deluderò, papà, e riuscirò dove tu hai fallito". Suo padre lo vide uscire col sorriso sulle labbra, e questo gli rempì il cuore di gioia. "Vai, Kira" sussurrò.

Kira Yumehara ~ Mamma, sii fiera di me